Fino agli inizi degli anni 2000 le discoteche erano locali immensi, su più livelli e dotati di giardino esterno con molti bar dove ordinare i propri cocktail. Strutture simili resistono in Riviera Romagnola, mentre in Emilia molte di esse hanno subito una progressiva decadenza alla quale non è sfuggita nemmeno questa grande discoteca ormai abbandonata e vandalizzata.
La storia dell’X-PLANET termina nel 2008, ma era iniziata negli anni Settanta raggiungendo l’apice negli anni Ottanta, quando i giovani andavano in discoteca la Domenica pomeriggio.
L’esterno di questa discoteca abbandonata è veramente immenso, i party estivi dovevano essere grandiosi tra musica, piscina e drink.
Tempo di andare a ballare
Nelle discoteche di oggi sono praticamente scomparsi gli ingressi con drink in omaggio e le stesse drink card, ma una volta non era così…
La villa è una delle più iconiche del panorama urbex, esteriormente si presenta ancora in buona condizioni e nel giardino, come all’interno, sono presenti tracce di un principio di ristrutturazione poi interrotta.
La villa risale alla prima metà del XVII secolo ed è situata nelle campagne parmensi, sotto si possono osservare due fotografie: quella in bianco e nero dei primi del ‘900 e quella a colori che è lo stato attuale della villa.
Al primo piano troviamo la famosa statua del dell’arcangelo Gabriele (?) che scaccia Lucifero nel salone centrale.
Il tetto è finemente lavorato con affreschi che terminano in sculture che danno un senso di profondità al soffitto.
Si può notate che la figura femminile tiene in mano aiutato da un putto la pianta dell’edificio.
Salendo al piano superiore si trova un altro salone ed un piccolo terrazzo sormontato di statue dove è collocata anche una vasca da bagno, probabilmente portata qui durante la fase di ristrutturazione.
Le decorazioni del salone comprendono dei giochi di prospettiva, insieme ad una figura inquietante di bambina che mi ha sorpreso mentre salivo la scala di accesso alla sala.
Nel piano interrato della villa si trova la cucina ed il magazzino, insieme ad un canale interno.
Era il periodo di Halloween e stavo cercando un posto per fare un set fotografico, quando grazie al suggerimento di un amico ho trovato questa chiesa abbandonata in provincia di Parma. L’unica informazione che sono riuscito a reperire è il periodo storico in cui fu edificata, questa chiesa sconsacrata dovrebbe risalire intorno al ‘700.
I treni di oggi hanno il wifi, ricarica usb, luci per la lettura e postazione di ricarica per monopattini, ma ci ricordiamo com’erano fino a qualche anno fa?
La Villa del Cavaliere fa parte del complesso edificato da Cesare Mattei iniziato nel 1850 con la costruzione della Rocchetta Mattei dove egli vi si trasferì nel 1859.
Il Conte Cesarei Mattei diventò famoso a livello internazionale grazie alla sua medicina alternativa che battezzò Elettromeopatia. I pazienti arrivavano da tutta Europa per le sue cure, ed egli creò all’intorno della Rocchetta delle piccole villette atte ad ospitarli.
La villa del Cavaliere è una di queste, soprannominata così nell’ambiente urbex perchè l’ultimo inquilino aveva tale onorificenza.
La villa presenta una particolare facciata a “forchetta” che è diventato il simbolo della villa stessa. Di seguito una serie di fotografie dell’esterno.
La villa, come la Rocchetta del resto, ha uno stile molto appariscente e forse bizzarro, un po’ liberty un po’ ispirato alle architetture orientali.
L’esterno presenta una bellissima piscina, un forno a legna ed un giardino in cui doveva essere piacevole passare i pomeriggi primaverili.
L’interno è diviso in due come stile, da una parte troviamo un mobilio e stanze più moderne, probabilmente degli anni ’80/’90 dello scorso secolo in contrapposizione ad uno stile più classico che troviamo invece nel salone principale insieme a dei bellissimi soffitti a cassettoni.
Una piccola curiosità, nel giardino crescono delle fragoline buonissime.
Il borgo abbandonato delle Caselle, è un’altra borgata dell’Appennino Emiliano abbandonata in tempi recenti, la causa risale al Gennaio del’53, per via di un movimento franoso che ha lambito il paese, senza però provocare danni alle abitazioni, ma che ha comunque costretto la popolazione all’evacuazione.
Negli anni ’70, il paese riprese vita grazie ad una comunità hippy che vi si stabilì per qualche anno, per poi venire nuovamente abbandonato.
Attualmente nel borgo la vegetazione è la padrona di casa, molte abitazioni sono ormai crollate, ma alcune resistono all’incedere del tempo, regalandoci uno sguardo sulla vita passata delle comunità montane. Le Caselle è diventano un paese fantasma (o ghost village per usare un termine caro agli urbex) della montagna.
Il primo articolo del 2021 fa riferimento ad una mia uscita urbex datata Luglio 2020; ho esplorato una discoteca emiliana in provincia di Parma che andava molto in voga negli anni ’90, un locale all’aperto per le afose (ed umide) estati emiliane. Di questo luogo di ritrovo per giovani e non, rimane ben poco della struttura a due piani, anche la villa annessa alla discoteca si trova in uno stato pietoso, spogliata anche di qualsiasi tipo di arredo.
Visuale della discoteca dalla strada
All’ingresso c’è una maestosa fontana ad accogliere i clienti, dobbiamo immaginarla in funzione e chissà quante coppiette si saranno appartate qui per bere qualcosa. Sempre al piano terrà c’è la postazione per il dj-set, la pista da ballo e due banconi per i cocktail ormai invasi dagli arbusti.
Attraverso delle scale mal messe si può accedere alla parte superiore della struttura.
Ovviamente la discoteca aveva anche una sua parte interna, la struttura è fatta ad archi, probabilmente in altra epoca doveva essere il magazzino della villa a cui è attaccata.
Villa
La villa annessa alla discoteca, anch’essa abbandonata, si potrebbe descrivere come una comune villa di campagna con tanto di camino ai piani nobili, unica particolarità è rappresentata dalla meridiana presente nella facciata.
Al piano terra possiamo trovare un piccolo soggiorno con una madia rimasta a testimonianza degli arredi ed un piccola cucina.
Al primo piano nobile, troviamo due stanze munite di riscaldamento mediante un camino ed una stufa a legna che dovevano riscaldare tutto l’ambiente.
Infine si trova lo studio con un piccolo lucernario.
L’hotel abbandonato si trova una cittadina della Provincia di Parma, che ha goduto per molti decenni di prosperità grazie ad un turismo legato al benessere del corpo. Sfortunatamente con il declino di questo settore, molti alberghi che erano sorti cavalcando l’onda delle crescente richiesta turistica si sono ritrovati a dover chiudere, insieme ai ristoranti e discoteche.
Di seguito trovate le foto che raccontano la storia di uno di questo, lo “Hot Otello“.
E’ gradito il silenzio delle 14 alle 16
L’hotel a 3 stelle comprendeva anche un giardino con piscina e trampolino.
In giardino c’è anche un piccolo gioiello per gli appassionati di motori.
Entriamo dentro la struttura, perfettamente solida ed abbastanza ben conservata.
Mercante in fiera
L’hotel ha un gran salone da pranzo che probabilmente fungeva anche da sala da ballo, ora campeggia una gran scritta che mi trova d’accordo: “W ALCOOL!“
Il vero 3D!
L’albergo disponeva di ascensore interno e di un locale cucina, non molto grande a dir la verità, dov’è presente una cella frigorifera ed il pannello di comando per l’impianto di raffrescamento.
Prima dell’abbandono, i proprietari avevano tentato di svecchiare la struttura con una parziale ristrutturazione dei bagni, lavori che non sono stati portati a termine.
Salendo al piano di sopra troviamo l’origine del nome di questo hotel.
Mobilio delle stanze dell’albergo
All’ultimo piano si trova l’abitazione dei proprietari, non è inconsueto trovarla in questi tipi di hotel a conduzione familiare.
Se le fotografie vi sono piaciute, visitate anche gli altri articoli del blog e condividetelo pure!
Per la prima uscita urbex dopo il lockdown, ho scelto una tipica villa settecentesca della campagna parmense, Villa Z.
Immagine della Villa Z. all’inizio degli anni ’80
La villa ha un’architettura che si discosta dalle linee barocche delle ville patrizie del Settecento per abbracciare forme più semplificate che preludono al neoclassico. Il grande timpano rappresenta un elemento di novità rispetto alla vecchia concezione architettonica. Grande cura è riservata al parco, elemento sempre di maggior interesse tra i signori e le dame dell’epoca.
Come si presenta ora la villa?
L’incuria degli anni ha trasformato il parco in una piccola foresta che avvolge l’entrata, si può notare l’assenza della campana sopra il timpano, il motivo è presto detto, il tetto è completamente crollato.
La residenza ci accoglie con un soffitto, almeno quello che ne rimane, finemente decorato, con colori dall’indaco all’ocra, è un vero peccato non poterlo osservare completo e con i lampadari.
Ovviamente anche il pavimento ha ceduto e si intravedono le cantine della magione.
Al piano terra troviamo la cucina ed anche il necessario per imbottigliare il vino, probabilmente prodotto nelle campagne circostanti che erano di proprietà della tenuta.
Salendo al primo piano troviamo un piccolo bagno munito di scaldabagno, segno che la villa nel corso dei decenni ha subito rinnovamenti fino al suo abbandono più totale.
La ringhiera che porta al piano superiore non presenta particolari fronzoli, anche il tetto presenta un semplice decoro.
Al piano superiore si trova la camera da letto insieme ad altri saloni, il problema dell’edificio è che per tutta la sezione centrale venendo giù il tetto anche i pavimenti sottostanti sono crollati.
Anche se poco visibili perché scrostati dal tempo, si intravedono vecchi motivi geometrici dipinti alle pareti, forse ci saranno stati anche dei motivi floreali.
Un’altra ala del palazzo non sono riuscito ad esplorarla, principalmente perché non ho trovato una via sicura per accedervi, mi riprometterò di riprovare nella speranza di trovare un passaggio.
Ultima nota, più che altro una mia curiosità, ma perché trovo sempre le vasche da bagno nei posti più improbabili? E dire che non sono oggetti semplici da spostare.
Dopo “la casa delle favole“, girando sempre per la provincia di Padova siamo arrivati in questa stupenda villa affrescata ed abbandonata. La struttura si trova completamente avvolta da una fitta vegetazione.
Adiacente alla villa è ubicato un piccolo oratorio.
La villa è strutturata su 3 livelli, il piano terra doveva essere utilizzato come deposito / cantina, ed attualmente è pieno di vecchi computer, strumentazione elettronica in generale e sedili di un vecchio camioncino Iveco.
Salendo al primo piano veniamo accolti da un’anticamera affrescata in stile neoclassico.
Proseguendo si arriva in cucina dov’è rimasto intatto il camino e si trova pure un vecchio frigorifero ed un vecchio giornale riportante un articolo su Nicki Lauda, il quale era scomparso un mese prima della mia esplorazione.
La stanza principale del primo piano ha un balcone ed è finemente affrescata, con satiri, putti ed altre creature. Le stanze adiacenti sono sempre affrescate, ma praticamente non presentano mobilio se non per qualche armadio in legno vuoto. Sono presenti anche dei documenti, delle note spese risalenti ai primi anni ’30, legate all’attività lavorativa del vecchio proprietario.
Il secondo piano è una fotocopia del primo, qui si trovano anche gli stemmi araldici ed il motto della famiglia.